Biciclette in Bamboo, belle ed eco-sostenibili
Buon pomeriggio amici positivi conoscete già la bicicletta costruita con il Bamboo? Se non ne conoscevate l’esistenza ci pensiamo noi ad illustrarvela .
La prima apparizione pubblica di questa particolare bicicletta risale al 1894 ma inseguito vennero presentati vari brevetti.
Questo velocipede ottene il suo successo solamente un secolo più tardi con un modello creato da progettata dal designer Ross Lovegrove.
Nel 2007 venne lanciato da degli scienziati un progetto ambizioso noto come Bamboo Bike Project, questo prevede Lo scopo del progetto era fornire sostegno a investitori locali di paesi africani in via di sviluppo per l’avvio di fabbriche, o altre iniziative produttive, che fossero in grado di garantire produzioni locali a basso costo, e di alta qualità, di biciclette in bambù da distribuire nell’Africa subsahariana. Nel 2012, un cooperante, Matteo Sametti, ha usato proprio una bicicletta in bambù di produzione zambiana per compiere un lungo viaggio da Lusaka, nello Zambia, a Londra, sede dell’edizione 2012 dei giochi paralimpici estivi (8371 km in 75 giorni)[. Lo scopo dell’impresa era la promozione di una raccolta di fondi per la costruzione di in Zambia una scuola di concezione innovativa.
Secondo Nyampong le bici di bambù non hanno niente da invidiare a quelle in metallo o in fibra di carbonio: «Durano più dei telai di metallo. Una bicicletta di bambù non si rompe, è molto duratura. Un test di prova in Germania ha dimostrato che i telai di bambù possono essere 10 volte più leggeri di quelli di metallo e che hanno una maggiore resistenza al peso. Il bambù è fibroso e, pertanto, resistente ai colpi. Ammortizza naturalmente le vibrazioni, quindi i telai non necessitano di ammortizzatori in acciaio o titanio. Il bambù viene anche trattato contro le screpolature e le termiti, per cui è molto forte».
La Bamboo Bikes Initiative punta a costruire, riparare e commercializzare telai di biciclette fatti con canne di bambù e la Dapaah spiega: «Stiamo formando donne, bambini e giovani e il progetto riduce le emissioni di carbonio e contribuisce a decongestionare il traffico, il che serve anche a combattere il cambiamento climatico».La vera svolta però avviene quando i costi di produzione di tale bici si abbassano notevolmente e i telai vengono venduti all’estero a 350 dollari l’uno. Fabbricare i telai costa circa 200 dollari e Nyampong, che è anche consulente tecnico dell’iniziativa, paga i giovani apprendisti 30 dollari a telaio, una bella somma per il Ghana.
Grazie questa iniziativa, i giovani Ghanesi hanno trovato posti di lavoro abbassando così la disoccupazione e quindi la povertà inoltre in Ghana le bici di bambù rappresentano anche un’alternativa di mobilità privata in un Paese sempre più dipendente da veicoli inquinanti a benzina, diesel e dalle strane e velenose “miscele” economiche che si usano in Africa. Certo, siamo lontanissimi dai numeri europei e statunitensi: in Ghana ci sono 30 veicoli a motore ogni 1.000 persone, ma le nuove sono centinaia ogni giorno e la crescita di auto e moto private sembra destinata a crescere.